In un contesto di diffusa povertà, laddove manca l’indispensabile ed imperano disoccupazione e violenza, il volontariato non esiste, non può esistere.
Può verificarsi l’occasionale soccorso fraterno di qualcuno per qualcun’altro, ma non la prestazione sistematicamente offerta a beneficio della collettività e di chi neppure si conosce. E la cosa non è certo difficile da comprendere.
Questa carenza di slancio benefico nasce anche dal fatto che, in ambienti di miseria, normalmente manca l’esempio di chi si attiva gratuitamente ed amorevolmente per il proprio prossimo.
Quando, invece, tale esempio diventa palese e si propone quotidianamente all’esperienza di tutti, scatta evidentemente una molla che sollecita alla riflessione anche coloro che, per assoluta mancanza di mezzi propri, non hanno nemmeno mai ipotizzato il fatto di dare gratuitamente qualche cosa agli altri.
Questo è quanto accaduto a Quillabamba: dopo che entrò in funzione l’asilo creato da Marisa e dopo che molte madri videro i loro bambini accuditi, nutriti, vestiti e curati – il tutto gratuitamente, con il sorriso sulle labbra e molte volte vincendo la diffidenza delle donne medesime, che neanche capivano perchè veniva offerto loro quell’aiuto – cominciarono a svilupparsi dei coinvolgimenti.
Qualcuna di quelle donne fu anche assunta all’interno dell’asilo; da qualche altra venivano quotidianamente acquistate frutta e verdura per i bambini; altre, infine, ricevevano aiuti diretti od indiretti, riuscendo a tirare avanti un’incredibile esistenza di stenti e di miseria.
Ma in tutte cominciò a svilupparsi un germe: fare qualche cosa anche loro, per contribuire a quel miracolo, per collaborare con quell’insperata organizzazione che, giorno dopo giorno, dimostrava di occuparsi sempre più positivamente per i loro figli.
E così, in quel contesto di inesauribili necessità, nacque il volontariato: le donne, spontaneamente, vennero ad offrire gratis una o due ore di lavoro al giorno (magari anche al termine del loro orario retribuito) a favore dei bambini e della struttura.
Ma non solo: Marisa ha narrato che, quando partì con l’intenzione di costruire la casa clinica a fianco dell’asilo, la mattina si trovò una lunga fila di operai in attesa di ottenere un posto di lavoro per la realizzazione dell’opera (ma come avranno fatto a saperlo?)
Individuati gli operai necessari, si sentì dire: “Noi non abbiamo altro modo per aiutarti: tutti quanti lavoreremo gratis un giorno per te”.
Queste sono forme di volontariato che valgono assai di più del contributo economico o dell’offerta di materiali vari utili per la comunità. Fortunatamente ci sono anche questi ultimi aiuti, quanto mai necessari per consentire il corso della gestione.
Anche in quel contesto di gente povera, esistono degli strati di popolazione più privilegiati (che dispongono di un reddito fisso ed assicurato) ed anche fasce sociali abbienti: commercianti, professionisti, proprietari di grandi appezzamenti, ecc… Dopo che si è diffusa e consolidata la conoscenza dell’attività della Divina Providencia, non di rado pervengono aiuti in natura, come ad esempio…
Ogni anno, i genitori dei bambini che frequentano la scuola di Macamango, aiutano nella periodica pulizia intorno alla recinzione della scuola…la Selva se non controllata rischia di rompere i muri e le recinzioni, l’acqua se non ben incanalata nei fossati intorno alla scuola rischia di fare disastri durante la stagione delle piogge, saltuariamente aiutano anche nell’organizzare banchi di beneficienza o altre cose per cercare di raccogliere anche fondi da destinare a qualche intervento straordinario.
Quest’anno l’obbiettivo della raccolta è l’acquisto di una generatore, necessario a ripristinare la corrente che, specialmente nei periodi di pioggia, molto spesso manca, ed è per questo che hanno organizzato una “Truciata”.
In cosa consiste? Si fanno dei “Buoni per una trota”, Ogni genitore si fa carico di vendere i biglietti che gli vengono assegnati fra le sue conoscenze. Si comprerà poi al mercato il pesce nel numero giusto a seconda dei biglietti venduti…per non avere sprechi. Poi i genitori aiuteranno a cucinarli e a distribuirli.
Non ci resta che augurare “BUONA TRUCIATA!!”Un’amica missionaria che lavora a Quillabamba ha regalato 232 grembiulini a quadretti, tutti uguali, taglia 6 anni, tutti nuovi con tanto di attaccapanni e custodia di plastica arrivati dalla Spagna – Missioni Selva. Sul cartellino è segnato 8,99 €, se il conto è giusto 2065,68 € un bel regalo! Provvidenza!