Per prima cosa a Marisa parve che la cosa essenziale da organizzare nel contesto di Quillabamba fosse l’asilo, per prendersi cura dei molti piccoli praticamente abbandonati e, subito dopo, la Casa clinica, per dare almeno una possibilità di aiuto e di cura a tanta povera gente, a distanza di qualche anno è emersa, come esigenza primaria, la realizzazione della scuola elementare, poichè proprio l’età scolare si è rivelata la più critica.
Ragazzi lasciati all’abbandono, sfruttati, soggetti a violenze di ogni genere, destinati a replicare le condizioni di ignoranza e sottomissione dei loro genitori, sono il maggior serbatoio di necessità di assistenza.
Creare una scuola elementare, con la capacità di gestire sei classi ed inserirvi dei ragazzi altrimenti abbandonati a loro stessi, significa riversare ogni anno nella società locale – ignorante e degradata – l’organico di una classe di ragazzi, arrivati al termine dell’istruzione primaria, con un certo grado di istruzione ma, soprattutto, con la coscienza che si può e si deve vivere con un livello sociale assai superiore a quello che hanno avuto i propri genitori.
Perchè nei sei anni di scuola (ed anche di convitto) hanno potuto toccare con mano cosa significa la pulizia, l’ordine, la cooperazione, il vivere comune, la disciplina, la comprensione per gli altri: tutti valori che li hanno formati e che mai li avrebbero sfiorati se non per l’attività della Divina Providencia.
Come si presenta oggi