La casa clinica, oggi centro di riabilitazione fisica
Fin dalla fine degli anni ’90, la richiesta di un posto con la possibilità di offrire un punto di soccorso (naturalmente gratuito) alla povera gente – bambini in particolare – che soffrivano di handicap psico-fisici e che l’organizzazione pubblica non solo non tutelava, ma assolutamente ignorava, si faceva sempre più pressante nei confronti di Marisa.
Già da tempo, Marisa accarezzava l’idea di costruire una casa clinica, cioè un luogo idoneo per accogliere, esaminare e curare adeguatamente – con opportuni interventi fisioterapici o affini – tutta una serie di persone che la realtà di ogni giorno, le poneva sotto gli occhi come necessitanti di aiuto.
Persone che, in molti casi, opportunamente supportate e corrette, avrebbero potuto ricuperare una vita normale o quasi e che, invece, lo stato di completo abbandono in cui versavano, condannava ad un peggioramento continuo delle condizioni, fino ad arrivare a drammatiche situazioni di invivibilità.
A far scattare in Marisa il grilletto del “via, facciamo, e la Provvidenza ci aiuterà”, fu il fatto di ricevere una formale “petizione” sottoscritta (si fa per dire) da ben 101 persone, tutte affette da patologie importanti o portatrici di handicap, che ne impetrava l’aiuto in una forma quanto mai ingenua ma drammaticamente dettata da necessità in nessun altro modo contrastabili.
Detto e fatto: Marisa acquistò un terreno attiguo al primo asilo (guarderia), a fianco di vaste aree comunali utilizzate alla meglio come campi da calcio e nel giro di un anno, progettò, costruì e fece entrare in funzione un piccolo ospedale: locali di accettazione, visita preliminare ed infermeria, due piccoli reparti di degenza con servizi e docce e poi palestra per la fisioterapia e la riabilitazione motoria, piscina per l’idroterapia, locali di terapia occupazionale e di supporto al tutto. E, nel cortile, anche una piccola cappella.
Il tutto, non in modo rabberciato ed approssimativo, ma con strutture ed infrastrutture specializzate, con realizzazioni edili all’avanguardia, come di meglio non si potrebbe avere neanche in una nostra clinica nazionale di primaria importanza!
Oggi la casa clinica funziona a pieno ritmo: vi vengono praticate quasi cinquecento terapie al mese e si fa di tutto un po’ a beneficio di coloro che non hanno la possibilità di avere altri soccorsi sanitari.
Non solo, ma approfittando di occasionali e benemerite prestazioni di medici che volontariamente offrono la loro opera vengono effettuate centinaia di visite di controllo o di consultazione, a cui accedono vere interminabili colonne di persone.
Negli ultimi tempi sono intervenuti alcuni medici cubani; una dottoressa brasiliana presta periodicamente la propria opera e così anche un traumatologo di Quillabamba che usualmente opera presso l’ospedale locale.
Un apporto particolarmente significativo è fornito da un nutrito gruppo di medici ed infermieri canadesi, che annualmente si insediano presso la nostra struttura portando ogni sorta di attrezzature medicali al seguito: dalla poltrona dentistica ad una vera e propria sala chirurgica, che viene impiantata in quattro e quattr’otto in una stanza ed opera senza interruzione a favore di tanti poveretti che trovano in questo modo l’unica via di rimedio a loro infermità.
Un importante salto di qualità si è fatto nel 2008 : sono state inserite alcune apparecchiature specialistiche di ausilio alla fisioterapia ed al trattamento del dolore e sono state offerte da una ONLUS italiana due apparecchiature radiografiche: una mobile ed una fissa, adatta per effettuare controlli preventivi del torace (e la TBC purtroppo è ancora assai diffusa).
Recentemente la casa clinica non può più chiamarsi così perchè non dispone di un medico disponibile 24 ore al giorno e non ha una sala di pronto soccorso: è stata rinominata “Centro di riabilitazione e fisioterapia”